25 apr 2016

caraibi è ora un libro per nina

I diritti d’autore di questa terza edizione (solo digitale) di Caraibi andranno a sostenere le cure per Nina, una bambina affetta da una rara sindrome polimalformativa. Visita il blog di Nina: 
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SINOSSI
"Macumbe, magie, tesori sommersi e nobili braccia di terrenissimi pescatori e contadini - storie arricchite dallo sguardo attonito, acuto e innamorato di un uomo profondamente europeo che dell'Europa si è lasciato alle spalle luoghi comuni, preconcetti e stili di vita preconfezionati". Nel mezzo di continui cambiamenti "Caraibi" si colloca come un libro di fotografie, di istantanee prese nell'attimo in cui l'antico ed il tribale sono ancora visibili prima di evolversi, o di perdersi, in qualche nuova forma di società, ma anche quadretti dell'attimo dopo, dove il sopravvento della modernità non può fare a meno di lasciarsi dietro nicchie surreali ad uso di nuovi sogni di fuga e squallidi neo-pirati. Un libro di fotografie, dunque, ma sempre con il mare sullo sfondo. Un mare onnipresente, vettore dell'anima ancestrale. 

18 apr 2016

la pesca eccessiva fa più danno dell'inquinamento


Red. Fattoria
«Il danno causato agli oceani mette a repentaglio la sicurezza alimentare di tre miliardi di persone. È un problema di sicurezza globale». John Kerry, Segretario di Stato Usa, 15 giugno 2014. A quella frase durissima quanto autorevole pronunciata davanti ai delegati di 80 nazioni seguì un anno dopo il documento del WWF, il «Living Blue Planet report», giudicato da La Stampa come «il più dettagliato e agghiacciante atto d'accusa mai redatto sull'estinzione delle specie marine». Sversamenti di petrolio, inquinamento da plastica e microplastica, fertilizzanti e acidificazione dei mari concorrono a distruggere l'habitat di innumerevoli specie, ma secondo un numero sempre più consistente di scienziati, come Boris Worm, ecologo marino della Dalhousie University, è l'overfishing, o pesca eccessiva, il problema più grave: «peggio dei cambiamenti climatici, peggio dell'inquinamento». Il nostro Claudio di Manao ha approfondito per noi il tema.

 Il "Living Blue Planet" report

 Bycatch

4 apr 2016

cozze, marketing e piattaforme: una storia italiana


Tutto cominciò quando in Adriatico, in piena era delle trivellazioni, si scoprì che la parte immersa delle piattaforme offriva un ambiente perfetto a quella prelibatezza nazional popolare che, a seconda della ‘vostra’ provenienza e non della ‘loro’, viene chiamata cozze, mitili, muscoli o peòci. C’è qualcosa di meglio di un traliccio a mezzacqua per dare una casa accogliente a questi gustosi bivalvi? Era il 2014 e qualche folletto del marketing ebbe una grandiosa intuizione, vide la possibilità di rilanciare mediaticamente l’improbabile simbiosi tra pozzi petroliferi, cozze e raccoglitori di cozze. Una interazione dove corpi estranei, come le piattaforme dell’Eni, e gli scozzonatori cooperativi avrebbero portato valore aggiunto (grande parola chiave dell'era 2.0) alla ‘missione aziendale’ di ‘sostenibilità.’ Purtroppo i folletti, generatori di tempeste di parole chiave, non sapevano con chi avevano a che fare. La cozza.

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